Il rosso e il nero by Stendhal

Il rosso e il nero by Stendhal

autore:Stendhal
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Mystery, Psychological, Thrillers & Suspense, Psychological Thrillers, Foreign Language Fiction, Thriller & Suspense, Foreign Languages, Literature & Fiction, Thrillers, Classics, Italian
editore: BUR
pubblicato: 2013-09-13T22:00:00+00:00


V • LA SENSIBILITÀ È UNA GRAN DAMA DEVOTA

Un'idea un po' vivace passa per una volgarità, tanta è l'abitudine alle parole comuni. Guai a chi, parlando, inventa qualcosa!

«Faublas»

Ecco il punto a cui era arrivato Julien dopo parecchi mesi di prove, quando l'intendente del marchese gli consegnò il terzo trimestre di stipendio. La Mole gli aveva affidato l'incarico di seguire l'amministrazione delle sue terre in Bretagna e in Normandia. Julien vi andava spesso. Aveva la principale responsabilità della corrispondenza relativa al famoso processo con l'abate Frilair. L'abate Pirard gli aveva dato tutte le istruzioni.

Sulla base di rapidi appunti scarabocchiati dal marchese in margine alle carte d'ogni genere che riceveva, Julien compilava delle lettere che per la maggior parte venivano firmate.

Alla scuola di teologia i professori si lamentavano della sua scarsa assiduità, nondimeno lo consideravano come uno degli allievi più dotati. Questi diversi lavori, intrapresi con tutto l'ardore di una tormentata ambizione, gli avevano fatto perdere in poco tempo il fresco colorito che aveva portato con sé dalla provincia. Il suo pallore era un titolo di merito agli occhi dei giovani seminaristi suoi compagni; Julien li trovava molto meno cattivi, molto meno proni dinanzi al denaro, di quanto lo fossero quelli di Besançon. Quanto ad essi, lo credevano malato di petto. (Il marchese gli aveva regalato un cavallo: e, temendo di essere incontrato durante le sue cavalcate, Julien aveva detto ai suoi compagni che questo esercizio gli era stato prescritto dai medici.) L'abate Pirard lo aveva condotto in diverse compagnie di giansenisti. Julien fu sbalordito: nella sua mente l'idea della religione era invincibilmente legata all'idea di ipocrisia e alla speranza di guadagnare del denaro. Ammirò quegli uomini pii e severi, che non pensavano ai propri interessi. Parecchi di quei giansenisti lo avevano preso in simpatia e gli davano dei consigli. Un mondo nuovo si apriva davanti al giovane. Tra i giansenisti egli conobbe un certo conte Altamira: un uomo alto quasi sei piedi, liberale, condannato a morte nel suo paese e molto pio. Questo strano contrasto tra devozione religiosa e amore della libertà colpì il nostro eroe.

I rapporti di Julien con il giovane conte de La Mole si erano raffreddati. Norbert aveva notato che egli rispondeva troppo vivacemente agli scherzi di alcuni suoi amici. Julien, d'altro canto, essendo venuto meno una volta o due alle convenienze, si era imposto di non rivolgere mai la parola a Mathilde. In casa tutti erano sempre di una squisita cortesia nei suoi confronti; ma egli si sentiva decaduto. Il suo buon senso di provinciale gli spiegava la cosa col proverbio popolare: «È bello quel che è nuovo».

Forse Julien era un poco più chiaroveggente che nei primi giorni; oppure il primo entusiasmo prodotto dall'urbanità dei parigini si era dissipato.

Appena il giovane smetteva di lavorare, cadeva in preda a una noia tremenda: era la conseguenza della cortesia meravigliosa, ma così misurata, così sapientemente dosata secondo la condizione sociale di ognuno, che contraddistingue l'alta società e inaridisce l'animo. Un cuore un po' sensibile vi sente l'artificio.

Senza dubbio si possono



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